Offese del dipendente contro il datore di lavoro? Ecco quando non può esserci licenziamento

Cosa succede in caso di offese del dipendente contro il proprio datore di lavoro? Quando non si può concretizzare il licenziamento?

Datore di lavoro e dipendente dovrebbero andare d’amore e d’accordo. Tuttavia non è sempre così e spesso e volentieri in ambito lavorativo, accadono delle cose che possono in qualche modo minare questo rapporto.  Il loro rapporto è disciplinato da un contratto che in qualche modo porta entrambi al rispetto di alcuni obblighi reciproci. In alcuni casi il lavoratore può avere dei vantaggi, come ad esempio il recesso più libero nel senso che può decidere di dimettersi in qualsiasi momento, ovviamente dando il preavviso.

quando il dipendente può essere licenziato
Offese del dipendente contro il datore di lavoro? Ecco quando non può esserci licenziamento-Newsmania.it

Il datore di lavoro invece può decidere di licenziare il dipendente soltanto in presenza di determinate condizioni. Una di queste potrebbe essere la condizione in cui dipendente arreca delle offese al datore di lavoro? Ovvero le offese del dipendente al datore di lavoro sono sufficienti per poter giustificare il licenziamento?

Offese del dipendente contro il datore di lavoro, può esserci il licenziamento?

Il datore di lavoro può licenziare il suo dipendente soltanto in alcuni casi. Diciamo subito che la legge prevede un licenziamento per un giustificato motivo soggettivo ovvero nel caso in cui il lavoratore non ha adempiuto ai propri doveri. È un esempio il fare sempre tardi al lavoro oppure essere responsabili di una scarsa presa. Il datore può licenziare il dipendente per giusta causa nel momento in cui il dipendente abbia commesso una violazione molto grave dei propri compiti.

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Quando il dipendente può essere licenziato per giusta causa-Newsmania.it

In questi casi, il datore può licenziare in tronco il dipendente. Infine, il datore può licenziare il lavoratore per giustificato motivo oggettivo ovvero per ragioni che sono riconducibili alla situazione aziendale per esempio un calo notevole del fatturato. Cosa succede in caso di offese del lavoratore nei confronti del proprio datore?

Stando a quanto riferito dalla Corte di Cassazione, offendere il proprio datore non giustifica il licenziamento in tronco per il dipendente, soprattutto in quei casi in cui l’ insulto rappresenta una reazione al comportamento del capo. Insomma, i casi vanno valutati ad uno ad uno e bisogna comprenderne anche l’effettiva portata delle offese, le intenzioni e anche valutare il comportamento del datore di lavoro.

Così come un imprenditore non può sfruttare quella che è la propria posizione di superiorità per insultare il suo dipendente, al contrario al lavoratore ogni tanto è possibile anche perdonare una parola di troppo. Non c’è, insomma una regola che disciplina il licenziamento dopo le offese ricevute dal datore di lavoro dal proprio dipendente ma bisogna valutare caso per caso e fare tutta una serie di accertamenti.

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