Il Fisco può procedere con l’accertamento analitico del reddito dei contribuenti. Vediamo come funziona il controllo e cosa si rischia.
Tutti noi potremmo essere nel mirino del Fisco. Ci sono verifiche abituali che l’AdE attua per individuare gli evasori fiscali. Nel momento in cui il Fisco rileva incongruenze, errori, mancanze invita il contribuente a colmare le lacune per non procedere con sanzioni. Il fine è di evitare che i cittadini evadano le tasse, riciclino denaro, non dichiarino tutte le proprie entrate ma ad andarci di mezzo sono anche i cittadini onesti.

Per una disattenzione o per un inconsapevole sbaglio tutti noi potremmo destare l’attenzione del Fisco e dover giustificare con prove le proprie operazioni per dimostrare che siano legali. Ma quali tipi di verifiche vengono effettuate? Sono sotto controllo i nostri conti correnti, i versamenti e prelievi nonché i bonifici effettuati. C’è, poi, l’accertamento analitico del reddito ossia un procedimento con cui l’amministrazione finanziaria determina l’imponibile e le imposte del contribuenti sommando le categorie reddituali. Quali le possibili conseguenze?
Accertamento analitico del reddito, cos’è e cosa comporta
Il Fisco può determinare il reddito complessivo di un soggetto secondo una procedura che si fonda su un importante principio, l’analitica determinazione e analitico accertamento del reddito. Il fine è proteggere il contribuente da verifiche discrezionali per instaurare un rapporto di fiducia con il cittadino.

Per mettere in atto l’accertamento di questo tipo occorre partire dalle singole fonti reddituali per arrivare a definire l’imponibile da attribuire. Possono essere oggetto di controllo le persone fisiche non titolari di Partita IVA, le società semplici, gli enti non commerciali.
L’amministrazione controlla i dati inseriti in dichiarazione dei redditi per scovare incompletezze, falsità e inesattezze e può confrontarli con le informazioni raccolte tramite i poteri istruttori e i dati dell’Anagrafe Tributaria. Le rettifiche dovranno essere effettuate in un unico atto con riferimento ad ogni categoria di reddito.
Con riferimento alle imprese e ai professionisti occorre precisare che bisogna parlare di accertamento contabile (articolo 39, comma 1, DPR 600/73). Se il contribuente dovesse aver rispettato gli obblighi di scritture contabili, gli uffici tributari potrebbero rettificare il reddito di impresa se gli elementi della dichiarazione non dovessero corrispondere a quelli di bilancio, delle perdite e del conto profitto.
Con l’attività ispettiva, dunque, si ricostruisce ordinariamente la posizione fiscale dei contribuenti basandosi sul metodo analitico-contabile. I cittadini devono sapere che in caso di accertamento analitico induttivo se dovesse arrivare una contestazione di evasione è perché sono state riscontrate dal Fisco presunzioni gravi, precise e concordanti proprio per via del carattere analitico del controllo.