Il datore di lavoro non paga: cosa fare e cosa dice la legge al riguardo

Quando il datore di lavoro non si decide a pagarvi c’è la legge che potrebbe tutelarvi. Andiamo quindi a vedere cosa dice a riguardo. 

Sono diverse le problematiche lavorative in Italia e tra queste potrebbe esserci anche il vostro datore di lavoro che paga in ritardo o peggio ancora che proprio non eroga lo stipendio. Oggi scopriremo cosa dice la legge a riguardo e quanto un dipendente può essere tutelato.

Cosa fare se non veniamo pagati al lavoro
Il datore di lavoro non paga: cosa fare e cosa dice la legge al riguardo-Newsmania.it

Un tema delicatissimo in Italia sono sicuramente le tutele lavorative, visto che in certe occasioni potrebbe anche capitare di essere sottopagati e nelle situazioni più estreme addirittura di non essere proprio pagati. Quello che molti cittadini ignorano è che a difenderli c’è proprio la legge. Infatti in questi casi il datore di lavoro rischia di incorrere in pesanti sanzioni nel caso in cui non versi lo stipendio il mese successivo.

Il dipendente ha tutto il diritto di procedere con una diffida, con una conciliazione presso la Direzione del Lavoro o con un decreto ingiuntivo. Inoltre quando gli omessi contributi INPS superano una certa soglia si rischia di commettere un reato che è penalmente perseguibile. In linea generale il datore di lavoro deve procedere a pagare la retribuzione ogni mese, ma da contratto è possibile anche accordarsi in tempi diversi.

Basta semplicemente rispettare il termine ultimo in cui va versata la busta paga stabilito dal contratto collettivo nazionale (CCNL) di riferimento. In gran parte dei casi il pagamento deve avvenire entro il 10 del mese successivo a quello lavorato. Purtroppo però non esiste una regola per ogni contratto nazionale di collettivo. Oggi andremo a vedere come sarà possibile tutelarsi in caso di mancato stipendio.

Il datore di lavoro non paga, cosa dice la legge: come tutelarsi

Il dipendente che vede il suo stipendio arrivare in ritardo o addirittura non essere proprio accreditato può pur sempre tutelarsi. Infatti questo può avvenire anche attraverso una lettera di diffida a firma dell’avvocato, con preavviso di azioni legali.

Il dipendente potrebbe anche prendere la strada del “tentativo di conciliazione monocratico”, che consiste in un’ispezione all’azienda rivolgendosi all’Ispettorato del lavoro dopo l’esposto. A questo punto sarà poi l’ente ad occuparsi di coinvolgere l’azienda definendo anche la morosità tra le due parti.

come comportarsi se non riceviamo lo stipendio
Come tutelarsi nei confronti di un datore di lavoro che non paga – Newsmania.it

Come abbiamo anticipato potrebbe esserci anche una richiesta di conciliazione nel caso in cui vengano coinvolti i sindacati del lavoratore e dell’azienda. Infatti in questo caso il verbale consisterà in un titolo esecutivo senza però portare sanzioni all’azienda.

L’utente allo stesso tempo potrà richiedere il decreto ingiuntivo in tribunale, anche se questa pratica potrà avvenire solo con la presenza di un avvocato. Il giudice quindi emetterà un’ingiunzione sulla base della prova scritta. In questo caso il datore ha 40 giorni per opporsi oppure pagare. In caso in cui non vengono intraprese azioni si procederà al pignoramento.

Inoltre nel caso in cui ad essere consegnata in ritardo è la busta paga o nel caso in cui non venga proprio consegnata sono previste delle multe che vanno dai 150 ai 900 euro. Se l’infrazione viene commessa nei confronti di 5 o più operai la sanzione può oscillare dai 600 ai 3.600 euro, mentre se si sale a 10, la somma sale a 1.200-7.200 euro. Nel caso in cui quindi l’azienda non paga un dipendente, quest’ultimo ha tutto il diritto di avere ciò che gli spetta ricorrendo alla legge.

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